Che cos'è la Biblioterapia?

Secondo il dizionario esistono diverse interpretazioni di “cos’è la biblioterapia”.

Per gli Americani in particolare è una terapia di self-help, in cui la persona autonomamente cerca i libri d’auto-aiuto per risolvere i problemi che incontra (ad esempio “Smettere di fumare è facile se sai come farlo”, un libro di grande divulgazione).

Nella terapia cognitivo-comportamentale e razionale-emotiva in particolare, è il terapeuta che guida e orienta verso un programma guidato di letture che accompagnano e sostengono la psicoterapia.

La lettura e la riflessione sui testi, con l’aiuto di un facilitatore, come occasione di crescita personale e come cura dell’anima.

Nei tempi antichi i medici greci e romani consideravano la lettura, la declamazione o la creazione poetica anche come rimedi per curare le malattie del corpo.

Negli anni ’30 il dott. Menninger dell’omonima clinica, si accorse che era possibile ottenere miglioramenti clinici nei pazienti ricoverati proprio grazie alla formazione di gruppi di lettura.

Va detto che mentre nei gruppi di lettura ci si limita a leggere e a condividere le proprie impressioni, nei gruppi di biblioterapia si lavora ad un obiettivo comune: le emozioni, le relazioni, l’espressione dei propri bisogni/desideri, l’impatto/integrazione con culture diverse, ecc.

Il libro ed anche la discussione in gruppo porta ad una libera messa in gioco dei lettori, libera in quanto ognuno esprime la parte che gli va.

Il confronto con gli altri a partire da un testo, per i francesi la «coopération textuelle», stimola lo scambio, la riflessione, la presa di coscienza di altri punti di vista e quindi ci apre la mente verso nuovi mondi.

I libri sono porte che ti fanno uscire in strada, diceva Patricia. Con i libri impari, studi, viaggi, sogni, immagini, vivi altre vite e moltiplichi per mille la tua. […] E servono anche per tenere a bada tante brutte cose: i fantasmi, la solitudine e altro. Pérez Reverte, La Regina del Sud, 2002

Pre-requisiti:

Nessuno. Non è necessario essere “malati” per aver voglia di mantenere allenata la mente e il cuore al ben-essere. Non è nemmeno necessario aver voglia di leggere giacchè sarà il facilitatore a leggere per il gruppo. È sufficiente il desiderio, non giudicante, di essere attenti con la mente e con il cuore allo sviluppo dell’esperienza.

Quali libri si leggono in un percorso di biblioterapia?

Noi seguiamo le indicazioni di Barthes: Aller à la recherche du « plaisir du texte »

Andate alla ricerca del piacere del testo

Abbiamo letto di tutto, ad oggi: Vito Mancuso, Luis Sepulveda, David Servan Schreiber, Italo Calvino, Fred Uhlman, Frida Kahlo, ecc.

Per quali problemi si usa la biblioterapia?

Programmi di lettura sono stati applicati in vari ambiti della salute:

– nella riabilitazione del paziente cardiologico,
– per i disturbi sessuali,
– per i disturbi sessuali femminili,
– per i disturbi alimentari,
– per pazienti affetti da epatite C,
– per pazienti depressi, in assoluto il più numeroso campo di applicazione,
– per i disturbi ansiosi,
– per le dipendenze,
– per le persone detenute,
– per i giovani nel controllo dell’aggressività,
– per i familiari di pazienti affetti da Parkinson,
– per i figli dei pazienti psichiatrici,
– per chi vuole approfondire e accrescere il proprio ben-essere
– ecc.

Vantaggi della biblioterapia:

– stimola lo sviluppo del nostro cervello stimolando nuove connessioni neuronali
– leggere 6 minuti riduce lo stress del 68% e favorisce il sonno
– riduce la frequenza cardiaca e la tensione muscolare
– il 76% dei lettori si sente più sereno e di buon umore
– migliora la stima di sé e riduce la depressione
– la lettura rende empatici: permette di mettersi nei panni dell’altro e quindi facilita la capacità di connettersi agli altri 
– leggere migliora le modalità di processare le informazioni e la messa in relazione delle idee
– le storie possono stimolare nei giovani lo sviluppo della capacità di immaginare e il gioco
– la lettura offre ai genitori la possibilità di rinforzare il legame coi figli
– le storie suscitano curiosità e discussione
– le storie portano nuove conoscenze, nuove parole, arricchiscono il linguaggio e aprono la mente
– i libri migliorano l’ispirazione, la riflessione, la capacità di pensare

Commenti dei partecipanti

La sensazione soggettiva di chi vi partecipa è positiva, ritenendo solitamente di aver tratto beneficio dall’esperienza.

“È bello ritrovarsi e scambiarci pensieri, opinioni, punti di vista…”

“Grazie a questo corso ho letto libri che altrimenti non avrei mai preso in considerazione, e mi è piaciuto!”

“Non è facile dire cos’è la biblioterapia in poche parole.

Leggere, per chi lo esercita, porta ad emozionarsi, a confrontarsi con il vicino e con la storia degli altri, a valutare la propria, a riscoprire il proprio Io, in una  forma di autobiografia, con l’analitica sensazione di essere il filo inedito della tua vita, dove le immagini che incontri sono frutto delle tue idee e delle tue riflessioni.” Carlo D’Elia

“Flaubert scriveva: leggete per vivere! Io dico che senza questi corsi noi non saremmo sopravvissuti.” Pino Carnovale

“Ultimamente sono giunta alla conclusione che la lettura e i libri, fin dall’infanzia, sono stati l’unica passione duratura della mia vita. I libri sanno creare una vera e propria rete di pensieri, esperienze ed emozioni forti e profonde, che i non-lettori, quelli che ritengono l’’esperienza vissuta’ molto più valida di quella mediata dalla lettura, non riescono nemmeno a immaginare, poveretti!

La biblioterapia dà la possibilità di condividere queste sensazioni, entrando in contatto con altri punti di vista ed evitando un’eccessiva chiusura sulle proprie idee. Ovvio che parlare delle storie raccontate nei libri, anche (o soprattutto) quelle che ti lasciano un indefinibile senso di fastidio o disagio, è raccontare di sé, dunque non sempre evidente.

Passando ai nostri incontri, ho apprezzato la proposta di letture alle quali, per conto mio, non avrei forse nemmeno pensato, anche quelle che non mi sono piaciute. Alcuni cicli li ho trovati più intriganti di altri (giapponesi!), ma in tutti ho avuto almeno uno spunto per andare a riprendere libri letti e amati e quasi dimenticati. Come incontrare un amico che non vedevi più da un pezzo e risentire quell’ affetto di un tempo.” Paola